Tecnica che prevede la lavorazione del terreno a profondità non superiori a 15 cm e con minima inversione degli strati. Con uno/due passaggi di macchina si ottiene un letto di semina soddisfacente, mantenendo allo stesso tempo una copertura di residui colturali su almeno il 30% della superficie dell’appezzamento.
Sono ammesse le operazioni eseguite con erpici a dischi o altri attrezzi portati, semi-portati o trainati dotati di organi lavoranti non mossi idraulicamente o dalla presa di forza. In viticoltura è prevista una minima lavorazione superficiale del sottofila per rompere le croste. Inoltre è prevista una lavorazione minima una tantum per la semina delle essenze del cotico erboso nell’interfila.