it | en

Approfondimenti

Rischi climatici

Clicca per espandere i contenuti

Intrusione di acque saline dal mare verso l’entroterra attraverso il sottosuolo; tale fenomeno, che si può verificare nelle foci deltizie, è principalmente dovuto a ridotte portate del corso d’acqua, causate da contenuti rilasci idrici montani, prelievi incontrollati, gestione delle acque poco accorta. Da un punto di vista agronomico, tale fenomeno si esplice con l’aumento della pressione osmotica della soluzione circolante, squilibrio nutrizionale e tossicità dei singoli ioni che si può manifstare sulle colture, a seconda della specifica tolleranza alla salinità, con sviluppo vegetativo stentato che porta a perdite di resa, amplificato soprattutto nei periodi di siccità ove la diluizione dei sali è limitata.

Temperature molto elevate possono comportare diverse problematiche alle piante.  Sopra una certa soglia termica, variabile a seconda della pianta, la fotosintesi inzia a calare  e la respirazione a crescere provocando un’assimilazione netta molto inferiore. Inoltre ondate di calore possono provocare reazioni difensive della pianta come la produzione di strati  cerosi per inibire la perdita d’acqua ma che allo stesso tempo, chiudendo parzialmente gli  stomi, limitano i processi fotosintetici. Questi effetti permangono anche una volta che l’ondata di calore è passata. I danni maggiori da temperature calde estreme si verificano in estate,  tuttavia anche in momenti diversi dell’anno temperature troppo alte possono comportare  dannosi mutamenti fisiologici o alterazione degli stadi fenologici compromettendo poi le rese.

La problematica del gelo tardivo, nonostante il generale aumento termico dovuto al mutamento climatico, è una avversità per cui non è attesa una diminuzione del rischio, anzi da recenti studi del SIMC risulta un aumento delle probabilità di evento che risultano dalla combinazione di due tendenze climatiche concordi nell’aumento del rischio:

  1. il sistematico aumento termico invernale e dei primi mesi primaverili che accelera lo sviluppo fenologico delle colture che si presentano, a inizio primavera, in fasi fenologiche decisamente più sensibili ai ritorni di freddo
  2. l’aumento dalla variabilità dell’andamento meteorologico nel periodo fine marzo-inizio aprile  che vede stabili o in aumento gli episodi di minime inferiori allo zero

Perdita di valore commerciale delle produzioni agrarie causato da organismi nocivi come patogeni (funghi, batteri, virus, viroidi e fitoplasmi) o parassiti (insetti, acari, nematodi, molluschi).

L’eccesso idrico dei suoli si verifica quando il contenuto idrico del suolo è superiore alla capacità di campo in tutto il suo profilo o solo in alcuni orizzonti ed è presente acqua libera in superficie. Gli effetti negativi dell’eccesso idrico si manifestano sul terreno e sulla cultura. Sul terreno esso si manifesta come una insufficiente aerazione, favorendo l’ attività anaerobica dei microrganismi, e come una evoluzione anomala della sostanza organica a causa della quale il terreno si presenta con un aggregazione strutturale insufficiente tale da rendere difficili i movimenti dell’acqua e dell’aria anche nei periodi in cui il ristagno è assente. Gli effetti del ristagno sulle colture sono in parte le conseguenze dei fenomeni sopra citati. Il primo effetto negativo della scarsa disponibilità di ossigeno consiste nella riduzione dell’attività respiratoria delle radici che comporta un rallentamento o una stasi nello sviluppo; l’assorbimento degli elementi nutritivi viene ridotto e diminuisce anche la loro concentrazione all’interno della pianta, l’accrescimento dell’apparato radicale è limitato. Un altro aspetto importante riguarda le fitopatie: le piante che si trovano in terreni asfittici sono meno resistenti agli attacchi parassitari e le condizioni del terreno favoriscono anche attacchi fungini.

L’erosione è un processo naturale che consiste nella separazione fisica, da suoli e rocce affioranti, e successivo allontanamento di frammenti, chiamati “clasti”,e  di soluti generati dalla fase di degradazione meteorica. Il termine viene applicato non  solo al processo fisico-chimico in sé, ma anche agli effetti che l’erosione produce sul territorio. L’erosione può essere accelerata dall’intervento antropico che sconvolge l’equilibrio dell’ambiente portando ad una perdita netta di suolo con conseguenze dannose sia per  l’ambiente che per le produzioni stesse. In agricoltura interessano principalmente alcuni tipi di erosione:

  1. da precipitazione intensa (dilavamento)
  2. da vento
  3. da sistemazioni non oculate del terreno soprattutto in ambiente montano-collinare che provocano frane e smottamenti

Allagamento temporaneo di aree che abitualmente non sono coperte d’acqua. L’inondazione di tali aree può essere provocata da fiumi, torrenti, canali, laghi e, per le zone costiere, dal mare.

Acqua congelata nell’atmosfera che precipita al suolo in forma di granelli di ghiaccio di dimensioni variabili.

L’insieme dei fattori abiotici (pedo-climatici) e biotici (organismi viventi animali e vegetali) e delle loro reciproche interazioni favorevoli all’ottenimento di produzioni agrarie con determinate caratteristiche quantitative e qualitative senza eccessivo impiego di mezzi tecnici

Asfissia radicale, erosione.

La siccità è il “decremento dell’acqua disponibile in un particolare periodo e per una particolare zona” (Wilhite, 1993); secondo questa accezione si presenta, quindi, come un fenomeno sporadico che può colpire anche aree non aride. La siccità è, infatti, una normale e ricorrente caratteristica del ciclo idrologico e può verificarsi sia in regioni secche che umide. La siccità ha origine da una deficienza di precipitazione su un periodo di tempo esteso, di solito una stagione o più e viene valutata in relazione al bilancio locale tra precipitazione ed evapotraspirazione (evaporazione + traspirazione). È anche legata all’intervallo di tempo in cui si presenta (stagione di occorrenza), al ritardo dell’inizio del periodo delle precipitazioni, all’efficacia delle piogge, ovvero alla loro intensità ed al numero d’eventi piovosi. Altri fattori quali la temperatura, i venti e l’umidità dei terreni sono spesso associati alla siccità e possono contribuire ad aggravarne la severità.

Il vento rappresenta un fattore climatico di non trascurabile importanza specie in quelle zone ove soffia con frequenze elevate e con notevole intensità. Molto importante è la provenienza dei venti dominanti: infatti, se essi provengono dal mare rendono più frequente la pioggia e la nuvolosità e attenuano le escursioni termiche; allorché provengano da zone fredde o calde modificano sostanzialmente il clima che sarebbe caratteristico di una certa zona in quanto situata a determinate latitudine ed altitudini. Sulla vegetazione il vento esplica un insieme di effetti diretti e indiretti di ordine fisico e biologico, tra questi si menzionano:

  1. il trasporto di masse d’aria calda o fredda con interferenza nel bilancio energetico delle piante e conseguentemente sul processo di evapotraspirazione
  2. accelerazione dei processi di maturazione (ad esempio stretta dei cereali) ed essiccamento
  3. allettamento
  4. rottura di rami e piante intere, caduta di frutti, danneggiamento di tunnel e serre
  5. erosione eolica